“Nell’aprile del 2012 mi venne diagnosticato un tumore maligno al palato. Dalle analisi che mi fecero risultò che la massa tumorale era nella mia bocca dal almeno 15 anni e che era necessario intervenire chirugicamente asportando parte del palato duro, gran parte di quello molle, parte della mascella e tre molari. Mi sottoposi all’intervento e dopo una ventina di giorni fui chiamata dal primario, il quale mi disse che l’operazione che avevo affrontato era stata inutile, si era trattato di un gravissimo errore diagnostico perché la massa tumorale si era rivelata in realtà benigna, quindi sarebbe stato sufficiente asportare solo la massa e non tutto il resto. Al ricevere quella notizia caddi in grande sconforto, non capivo perché Dio avesse permesso tutto questo, la mia vita ormai era rovinata, avevo grandi difficoltà al mangiare, al bere e anche solo al parlare. La sola possibilità di tornare ad una vita normale era quella di sottopormi ad un nuovo intervento chirurgico per la ricostruzione della parte interna della bocca ma i medici dissero che per la grande invasività dell’operazione sarebbero rimasti segni all’esterno, si trattava ormai di scegliere: rimanere com’ero oppure farmi operare accettando l’idea di rimanerne sfigurata in viso! Tutta la chiesa ha pregato per me incessantemente, ho avuto l’appoggio di tanti fratelli grazie ai quali potevo sentire l’amore di Dio reggere la mia vita e non permettere alla mia anima di perdere la fede. Fino a quando un giorno, tramite una sorella in Cristo conobbi un bravissimo medico, primario dell’ospedale di Vicenza, appena lo vidi sentii subito in cuor mio che lui sarebbe stato in grado di aiutarmi. Così nel 2013 feci con lui il primo intervento di ricostruzione e in seguito altri due.Ancora oggi l’intera equipe medica è rimasta sbigottita non credendo ad un tale esito….la mia vita è normale! Dio si è rivelato a me in quel periodo attraverso l’amore e la carità delle persone che pregavano in tutte le chiese d’Italia, è stato il loro amore a farmi sentire accettata ed amata al di là delle circostanze. Ma la mano di Dio è stata sulla mia vita anche nell’ambiente medico perché lì ho testimoniato di Lui, ho pregato e ringraziato Dio insieme ad alcuni medici. Ho capito che la mano di Dio non è troppo corta per salvare e fare l’impensabile, anche quando non abbiamo le facoltà per crederlo. Nella prova Dio è un rifugio sicuro per l’oppresso ed un aiuto nel momento del bisogno. A Dio sia la lode, l’onore e la potenza!”